Sa petta imbinada

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La ricetta di oggi: sa petta imbinada, un piatto antico e saporito

Tresnuraghes

Sa petta imbinada, la carne al vino, è una ricetta molto antica. Se ne parla addirittura nel condaghe di Santa Maria di Bonarcado nel XII secolo.

Sa petta imbinada: polpa magra, lasciata a macerare nel vino, un po’ d’aceto, sale e semi di finocchietto selvatico ed eventuale pepe.

Dosi per 4 persone:

600 gr di carne di maiale ( spalla o capocollo)

2 cucchiai colmi di strutto

½ litro di vino (buono)

2 spicchi di aglio

Una manciata generosa di pepe nero.

Una palzida di circa 4/500 gr.

Si raccomanda di preparare la carne di maiale (spalla e/o capocollo) a “tocchetti”, tagliandola con il coltello, si vedono in giro varianti che usano la carne macinata, ma questo non ha niente a che fare con la tradizione ed anche il sapore ne risente. La carne si ricopre di vino rosso (buono) con aglio, sale, pepe nero ed un goccio di aceto, e si lascia a macerare per qualche giorno, almeno 3/4 giorni.

In una padella larga si fa sciogliere lo strutto, c’è chi usa l’olio di oliva che resta più leggero, poi si aggiunge la carne ben scolata, dal liquido di macerazione, e si fa andare per qualche minuto aggiungendo un po del suo liquido di macerazione, dopo una decina di minuti si aggiunge del vino rosso (buono) e si fa continuare a cuocere per ancora qualche minuto. A questo punto si toglie la carne e si appoggiano, sul liquido nella padella, le fette di pane, queste devono essere rigorosamente di “Palzida” rafferma. Pane di grano di qualche giorno. Le fette, cosi rinvenute si appoggiano sui piatti ricoprendole con i tocchetti di carne.

Maria Ignazia Piras